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Conosci il tuo dialogo interiore per decidere bene

16 Aprile 2019 Benessere, Change management, Decision making, Empowerment, Intelligenza emotiva 0 Comments

Decidere bene: il secondo passo è conosci il tuo dialogo interiore (vedi il primo passo). Ognuno di noi ha dentro di sé diverse identità che discutono fra loro nel momento della decisione. A volte una di queste voci prevale in modo imperioso zittendo tutte le altre, altre volte invece la discussione interna diventa così animata che oltre a costare un grande sforzo, spesso fa girare attorno a una decisione senza mai essere soddisfatti di come stiamo considerando le cose.

Cosa vuol dire che ci sono voci diverse dentro di noi?

Ogni essere umano è un insieme di varie identità, vari personaggi. Basti pensare al diverso modo di agire che ognuno di noi mette in campo in contesti diversi. “Io sono fatto così” a volte ci diciamo per darci sicurezza o per presentarci come tutti d’un pezzo. Eppure, se ci ascoltiamo, riusciamo a sentire dentro di noi tante sfumature e visioni diverse.

Il Voice Dialogue è un metodo che aiuta a conoscere il proprio dialogo interiore. Il presupposto fondamentale di questo modello è che ciascuno di noi, dall’infanzia in avanti, sviluppa varie parti di sé, vari “aspetti (o sé interiori) che possono confluire in modo più o meno armonico per sviluppare la personalità  e operare nel mondo” . Il Caleidoscopio Interiore

Un’intuizione mutuata dal pensiero junghiano e che estende in modo moderno la concezione dello psicanalista svizzero di ombra o di parte rinnegata.

Come si formano questi diversi aspetti?

Ognuno di noi, alla nascita, si trova in una condizione di completa vulnerabilità, totalmente in balia del mondo esterno e dipendente dalle cure che riceverà. La sensibilità è sviluppatissima, l’accesso alle emozioni e il loro condizionamento è totale.  “Proprio per proteggere questo nucleo centrale di vulnerabilità, alcuni aspetti di noi emergono e si affermano sempre di più nella nostra personalità. Le ragioni prevalenti per cui finiscono per prevalere alcuni aspetti (o sé) a scapito di altri sono molte: il contesto famigliare e culturale, la reazione personale di avversione o adesione ai modelli proposti, ecc. In ogni caso l’intento dei sé che prendono il sopravvento è quello di proteggere la nostra vulnerabilità, al punto che gli aspetti che in qualche modo sono funzionali a questo progetto finiscono con il tempo per costituire un “team” di sé primari (o dominanti) che cercano di tenere lontani i loro opposti ovvero gli aspetti che diventeranno perciò sé rinnegati (o aspetti soffocati)Il Caleidoscopio Interiore.

Insomma, quello che succede è che ognuno di noi sviluppa maggiormente alcune caratteristiche, quelle che sente più utili alla protezione della propria vulnerabilità, lasciando in ombra gli aspetti opposti. E così arriviamo a dire  “io sono fatto così” e ci identifichiamo per esempio nel “Responsabile”, nell’”Impegnato”, nel “Disponibile” nel “Perfezionista” e via discorrendo.

Come agiscono le diverse voci nel momento di decidere?

A volte, quando siamo totalmente identificati con alcune immagini di noi stessi – e questo accade specialmente nelle situazioni stressanti – i sé dominanti sono così invasivi che possono essere soffocanti, innescando tutta una serie di comportamenti automatici a volte non funzionali con la situazione che stiamo vivendo. E così  può accadere che prendiamo delle decisioni da un unico punto di vista, in modo unilaterale. Se per esempio sono totalmente identificato con il mio sé Razionale nel decidere prenderò in considerazione solo numeri e fatti oggettivi. La polarità opposta, la mia parte Intuitiva, che potrebbe aiutarmi a cogliere gli elementi più sottili e sofisticati sarà messa a tacere. Così come può essere dannoso il contrario, quando mi identifico totalmente nella parte Intuitiva, fidandomi solo del mio naso senza andare alla ricerca dei dati.

Ma perché dovremo ascoltare voci diverse quando dobbiamo decidere? Qual’è il vantaggio nell’alimentare questo dibattito?

“Viviamo in tempi incerti e al contempo ricchi di opportunità. Le persone, le organizzazioni, le comunità, le nazioni sono chiamate ad adattarsi sempre a nuove realtà. Occorre mettere in discussione lo status quo, muoversi con agilità e motivare gli altri ad avventurarsi in territori sconosciuti.” Così nell’introduzione del bel libro “Leadership adattiva”. Ma per muoverci in un mondo complesso e in continuo cambiamento non possiamo approcciarci come un monolite. “Imparare a vedere se stessi come un sistema complesso mette in discussione una visione monolitica del nostro sé. Ognuno di noi racchiude più identità, a volte in contraddizione tra loro. L’esercizio della leadership adattiva è l’attività per cui un sistema individuale cerca di intervenire su un sitema sociale di cui è parte. E’ quindi indispensabile analizzare entrambi i sistemi coinvolti nella loro complessità e poi capire come si intersecano” . Ecco allora che le diverse voci interiori, se riconosciute e ascoltate, diventano una ricchezza nel momento della decisione, perché possono farci cogliere punti di vista diversi di una stessa situazione e ci permettono di comprendere ed essere in sintonia con realtà diverse.

E come faccio a riconoscere i miei sé rinnegati?

I sé rinnegati, anche se emarginati, non cessano di esistere, ma anzi, seppelliti in fondo a noi stessi richiedono continuamente energia per essere relegati giù negli abissi. A volte manifestano la loro esistenza in due forme apparentemente opposte: attraverso un forte fastidio o al contrario provando un’ammirazione incondizionata verso qualcuno che, almeno a nostro modo di vedere, li rappresenta. “Perciò, quando incontriamo una persona che in qualche modo ci ricorda le qualità che abbiamo rinnegato, le nostre corrispondenti energie cominciano a vibrare nell’inconscio dove le abbiamo relegate, procurandoci una sensazione di fastidio, che sarà più o meno intenso a seconda della sofferenza che ci hanno provocato nel passato. Le reazioni più frequenti sono quelle di criticare duramente quella persona oppure di provare nei suoi confronti un sentimento di invidia o di ammirazione esagerata.” 

Ma far parlare diverse voci, magari in contrasto fra loro, non ci può paralizzare nel decidere?

Nel metodo del Voice Dialogue, l’individuo è visto come un’orchestra con tanti strumenti diversi. Attraverso il dialogo delle voci si impara ad ascoltare il suono di ciascuno di questi strumenti, fuor di metafora a sentire i diversi punti di vista e le diverse proposte che ogni sé può portare. Ma chi prenderà la decisione, sarà il nostro sé consapevole, la parte di noi che decide di conoscersi meglio. E, come un direttore d’orchestra, dopo aver sentito le diverse voci avrà una visione più ampia, più integrata, potrà decidere quale partitura suonare e in che modo suonarla. A seconda del momento, della circostanza e dell’obiettivo e non più in modo automatico.

Come si fa a imparare il dialogo delle voci, è un processo lungo?

Nel Counseling Voice Dialogue anche con una sola seduta si può scoprire il dialogo interiore. A volte il momento migliore è proprio quando dobbiamo prendere una decisione importante oppure che ci mette in difficoltà. Se vuoi puoi scrivere per avere informazioni: luciana@lucianazanon.it

 



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