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Decidere: quanto c’entrano le emozioni?

21 Ottobre 2015 Benessere, Intelligenza emotiva, Stress management 0 Comments

Decidere vuol dire scegliere l’opzione migliore in una situazione in cui le possibilità sono molteplici. Comunemente si ritiene che il processo attraverso cui si arriva alla decisione sia di tipo razionale e, semplificando molto, segua queste tappe fondamentali.

1) conoscere la situazione

2) conoscere le differenti possibili scelte

3) conoscere le conseguenze di ogni possibile scelta.

Apparentemente è così, ma se pensiamo ad esempio a quando un motorino all’improvviso ci taglia la strada, probabilmente per prendere la decisione se frenare o meno non seguiamo esattamente il procedimento appena descritto: non facciamo un’analisi della situazione calcolando la velocità del motorino e la velocità della macchina; non valutiamo il tipo di pneumatici, né i miei né quelli del motorino; ne tantomeno elenchiamo le varie possibilità: frenare, non frenare, scalare le marce, elencando vantaggi e svantaggi di tutte le opzioni.

Di solito quello che succede è che istintivamente freniamo senza neanche rendercene conto. Questo ci dice che possediamo dei software di base antichi fatti di istinto ed emozioni che ci consentono di decidere in maniera rapidissima, senza coinvolgere minimamente la nostra corteccia cerebrale, la parte più evoluta del nostro cervello.

Certo direte voi, questo accade per delle situazioni “semplici” dove le possibilità di scelta sono molto ridotte (frenare/non frenare); ma l’esempio di certo non si può adattare a situazioni più complesse quali ad esempio l’acquisto di una casa, una scelta lavorativa, la negoziazione con un cliente. Là certamente l’analisi dei costi e benefici direte voi, ha la meglio su istintività e automatismo.

Però forse qualche volta è capitato anche a voi, proprio per le scelte più delicate e complesse, di sentirvi bloccati nonostante l’analisi della situazione e delle possibili scelte fosse assolutamente accurata; o peggio ancora quando l’analisi dei costi e benefici spingeva decisamente in una determinata direzione ma nonostante questo il blocco decisionale persisteva.

Questo ci fa dire che gli elementi di tipo razionale sono solo una piccola parte del processo decisionale e che ci sono invece altri elementi che possono interferire, sostenere, bloccare, deviare le nostre decisioni.

Come le emozioni alla consolle di Insideout.

Il dialogo interno e le emozioni influenzano continuamente comportamenti, relazioni e processi decisionali senza che minimamente ne siamo consapevoli. Alle volte facendoci prendere delle decisioni totalmente automatiche (come la frenata improvvisa di prima) laddove invece sarebbe stato necessario utilizzare il pensiero. Un esempio calzante potrebbe essere le scelte che facciamo sull’onda della rabbia o della frustrazione che un conflitto può generare.

E allora cosa possiamo fare, smettere di arrabbiarci? Impossibile davvero. Quello che realmente possiamo fare è riconoscere e gestire la rabbia, trasformare la sua carica dirompente in energia per la trasformazione di situazioni negative per noi senza farci travolgere e trasportare da essa. Insomma senza diventarne schiavi ma senza nemmeno soffocarla con grave danno per il nostro stomaco.

Riconoscere il dialogo interiore e decodificare le informazioni delle emozioni permette di uscire dagli automatismi del comportamento, di governare la relazione con l’altro e il processo decisionale in modo più consapevole e funzionale.



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