Esprimere il dissenso in modo costruttivo
Vivere uno scontro – più o meno diretto – per l’affermazione di una idea all’interno del team; essere in disaccordo con il superiore o con le HR per lo sviluppo della propria carriera; lottare per l’assegnazione di un progetto di prestigio; essere delusi per un mancato riconoscimento. Sono situazioni molto comuni nel mondo del lavoro perché il conflitto è fisiologico e ineliminabile all’interno di ciascuna struttura sociale, organizzazioni comprese.
Il dissenso o conflitto è l’espressione di una diversità di visioni, interessi, valori, priorità, obiettivi tra individui o gruppi. Coinvolge tutti i ruoli e tutti i livelli gerarchici.
Accettare che esistano dei conflitti e sapere esprimere costruttivamente il dissenso è una competenza fondamentale per qualsiasi azienda che opera in un contesto complesso dove gli individui hanno visioni diverse, gli obiettivi a volte sembrano divergere e il potere va continuamente ridefinito.
Per esprimere in modo costruttivo il dissenso è necessario distinguere le diverse componenti del conflitto e decidere di agire in modo lucido e razionale.
Non esprimere costruttivamente il dissenso comporta dei rischi: alimenta l’escalation conflittuale e crea un clima di lotta e sopraffazione. O al contrario, quando il dissenso è taciuto, si crea un clima di opacità, pettegolezzi e sotterfugi.
I vantaggi di esprimere il dissenso
Se ben regolata, l’espressione del dissenso è una possibilità di:
Perchè è difficile esprimere il dissenso in modo costruttivo
Il conflitto evoca immagini di lotta, sopraffazione, sensazioni di malessere, confusione e rabbia. Questo perché le componenti in gioco sono diverse e intrecciate fra loro:
Nella realtà i piani non sono facilmente separabili ed è proprio il loro intreccio a rendere i conflitti di difficile gestione: nelle situazioni più complesse si tende ad affrontare il conflitto da un punta di vista del contenuto senza considerare l’aspetto relazionale o di potere.
In questo modo l’aspetto emotivo non chiarito prende il sopravvento ed emozioni come rabbia, invidia, rancore, paura, delusione, esclusione non permettono l’accesso alla parte più evoluta del nostro cervello e l’utilizzo alle capacità razionali.