Sviluppare la cultura del feedback
Che cos’è il feedback
Hai presente un bimbo alle prese con la sua prima bicicletta e lo sguardo eccitato e interrogativo che rivolge all’adulto che lo accompagna.
Anche se non formulate, le domande sono molto chiare: “Come sono andato mamma?”, “Sono stato bravo papà?”, “Nonno, hai visto che veloce che ero?”
Tutti noi, da quando siamo piccoli così, cerchiamo conferme dalle persone per noi importanti su come siamo e su quello che facciamo. E la risposta ricevuta ci permette di sapere intanto che l’altro ci ha visto (e quindi che siamo importanti) e poi di ricevere informazioni sulla nostra prestazione.
Per questo, e per tradurre letteralmente dall’inglese, il feedback è un nutrimento di ritorno.
Perchè il feedback aiuta a crescere:
- dice cosa abbiamo fatto bene, cosa dobbiamo continuare a fare, sottolinea i nostri punti di forza, valorizza
- informa su cosa possiamo migliorare, su un diverso modo di affrontare una questione, sulle conoscenze che ancora non abbiamo, sulle abilità che possiamo sviluppare
- testimonia l’interesse dell’altro, crea un rapporto di sviluppo, rende la relazione trasparente, sviluppa un rapporto di fiducia
- costruisce un clima aperto, orientato al miglioramento, alla franchezza nei rapporti fra i diversi livelli gerarchici.
Che cosa rende difficile dare, chiedere e ricevere feedback
Il feedback, positivo o di miglioramento che sia, entra nella sfera intima e sensibile delle persone. Per questo, nonostante sia di vitale importanza – pensa al bambino in bicicletta – la cultura organizzativa spesso tende a sorvolare, a tacere, a dare per scontato.
- Si ha timore di dare un feedback critico per paura di offendere e rovinare i rapporti.
- Si evita di dare feedback positivi per non rischiare di compiacere o di far montare la testa (“ha fatto solo il suo dovere”).
- Non si chiede il feedback per timore di sembrare deboli o infantili.
- Non si è capaci di ricevere e utilizzare un feedback perché o ci si offende o ci si deprime
- Oppure e nel caso il feedback sia positivo non ci si crede, si teme che sia esagerato o che abbia un secondo fine.
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